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La lesione della cuffia dei rotatori consiste in una rottura parziale o completa di uno o più tendini che costituiscono la cuffia della spalla.
Nello specifico, infatti, la cuffia dei rotatori è composta da quattro muscoli e rispettivi tendini, che contribuiscono all’esecuzione del movimento dell’articolazione della spalla e alla stabilità articolare tra scapola e omero.
Si tratta di una condizione molto diffusa in particolar modo nei soggetti anziani e può concretizzarsi in una rottura totale o parziale, che si caratterizza per un forte dolore ed un’evidente limitazione funzionale.
Rottura cuffia dei rotatori cause
La lesione della cuffia dei rotatori può aversi per un evento traumatico, in seguito ad un movimento scorretto, ad un carico eccessivo o ad un forte impatto subito.
Tuttavia, può trattarsi anche di una lesione di natura degenerativa, che si verifica in modo progressivo nel tempo e come conseguenza di ripetuti stress a cui viene sottoposta l’articolazione o della degenerazione dovuta all’invecchiamento articolare.
Nella maggior parte dei casi, la lesione della cuffia dei rotatori si realizza per la combinazione di questi due elementi.
È il caso, ad esempio, di un fenomeno degenerativo che produca un assottigliamento del tendine, il quale può sfociare facilmente in una successiva rottura totale.
Fattori di rischio significativi che possono favorire l’insorgere di una lesione da trauma sono lo svolgimento di attività lavorative e sportive, come motocross, calcio, sci, rugby, che si caratterizzano per avere una forte incidenza di traumi alla spalla.
Quando si parla di rottura di tipo degenerativo, invece, vi sono fattori di rischio specifici, come patologie metaboliche, età, abitudini di vita, che causano una riduzione della vascolarizzazione del tendine, il quale va ad indebolirsi ed è più soggetto a rottura.
Cuffia dei rotatori sintomi
Di solito, il primo sintomo che indica la presenza di una rottura della cuffia dei rotatori è un dolore avvertito nella parte anteriore della spalla, specialmente nei casi in cui la patologia derivi da un trauma.
Il dolore può diffondersi anche nel braccio, soprattutto durante il compimento di movimenti specifici, come in alzata del gomito sopra la spalla o in appoggio del gomito su una superficie leggermente più alta, ad esempio un tavolo o un bracciolo.
Invece, se la lesione della cuffia deriva da una condizione cronica, il dolore ha un’intensità variabile e può comparire durante la notte. Inoltre, si presenta una maggiore difficoltà nel compiere movimenti e un’impossibilità nel sollevare anche i pesi più leggeri.
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Lesione cuffia rotatori: diagnosi e cura
In genere, la diagnosi di una lesione alla cuffia avviene tramite esame fisico e risonanza magnetica, per confermare quanto rilevato in sede di esame.
Inoltre, si può ricorrere alla radiografia per visualizzare l’eventuale presenza di alterazioni delle componenti scheletriche.
Nella maggior parte dei casi, la prima soluzione è la terapia riabilitativa, che può dare un notevole sollievo dalla sintomatologia.
La strada dell’intervento chirurgico, invece, viene considerata come prima opzione solo quando ci sia una lesione totale in pazienti giovani e si ritenga che possa causare un’alterazione nella conformazione dell’articolazione.
Terapia conservativa non chirurgica
Il trattamento conservativo non chirurgico ha come scopo la riduzione dei sintomi e prevede:
- un periodo di riposo, con astensione da attività sportive e lavorative troppo stressanti per l’articolazione;
- una terapia farmacologica a base di FANS, per attenuare dolore e infiammazione;
- un programma riabilitativo, che comprenda terapie fisiche ed esercizi di fisioterapia, entrambi finalizzati ad ottenere un ottimale e più rapido recupero funzionale dell’articolazione.
Terapia chirurgica
In base ai risultati della terapia non chirurgica o alla gravità della lesione, il medico potrebbe decidere di proseguire con intervento chirurgico.
La tecnica utilizzata è quella dell’artroscopia, che viene eseguita in regime ambulatoriale, con anestesia locale ed effettuando delle piccole incisioni sulla zona.
Tramite queste, vengono introdotti una microcamera e gli strumenti operatori miniaturizzati, in modo da procedere alla visualizzazione diretta della lesione e alla più agevole riparazione della stessa.
Nei casi più gravi, invece, è possibile procedere sostituendo una parte dell’articolazione della spalla o l’intera articolazione con una protesi.
In seguito all’intervento chirurgico, sarà necessario seguire un protocollo riabilitativo, che prevede tre fasi:
- la prima, con immobilizzazione del braccio per circa 4 settimane, così da consentire la riparazione del tessuto muscolare;
- la seconda, con la fisioterapia assistita, che dura dalle 4 alle 8 settimane e che aiuta nel recupero del movimento articolare;
- la terza, con gli esercizi assistiti o liberi, che vanno eseguiti per un periodo di circa 8 settimane e che mirano al rinforzo della muscolatura.
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